
La gastronomia del Natale a Palermo
Viaggio nei piatti tipici delle festività natalizie
Sono re e regine, e principi consorti.
Perché se il re è il Buccellato, la regina non può che essere la pasta al forno (o “col forno” come si dice a Palermo) e il principe è di sicuro lo sfincione, alto, soffice, cipolloso.
Poi cardi e carciofi in pastella come cortigiani e baccalà fritto per chiudere la sera della vigilia.
Ma è anche vero che la “festa” gastronomica del Natale inizia ben prima dei giorni istituzionali: il 7 dicembre le tavole si imbandiscono, pronte poi ad essere sparecchiate in fretta per far posto al tappeto verde e alle carte del Baccarà ma anche Ti Vitti e Cucù.
Quindi la cena sarà veloce, sfincione profumato – i veri cultori della “cucina povera” lo fanno arrivare dai panifici di Bagheria, nelle due versioni “bianche”, con ricotta o con tuma; Palermo risponde con la versione “rossa” con pomodoro e cipolla, caciocavallo e acciughe – verdure in pastella, il primo panettone.
E qui parte la ricerca: ormai la città è votata ai panettoni artigianali, è una continua lotta a chi produce il più buono, il più soffice, il più pieno di pistacchi o canditi.
La seconda data da segnare in calendario di queste lunghe feste natalizie sarà il 13 dicembre, santa Lucia.
Il palermitano “non” tocca pane e pasta in omaggio alla santa, ma non si lascia prender per fame. È la giornata votata all’arancina (rigorosamente femmina), l’odore di fritto è già forte alle 8 del mattino.
Ogni cittadino ha il suo bar/panificio favorito ed è pronto a mettersi in coda per le sue arancine, abburro o accarne per i più tradizionali, in una decina di altri modi per chi vuole sperimentare.
Lunga vita anche a panelle dolci e l’inimitabile, cuccìa: grano bollito e ricotta, gocce di cioccolato, cannella e zuccata.
Dal 13 dicembre al 24 sarà un fiat.
Le tradizioni saranno profondamente rispettate: quindi sfincione, cardi e carciofi in pastella, e baccalà fritto (oppure chi passuli, cotto in umido con olive, uva passa e pinoli), la sera della vigilia, per stare leggeri e prepararsi al pranzo di Natale.
Ed eccolo un menu più o meno tipico: antipasti diversi - broccoli con acciuga e olive nere, sfincioni, verdure fritte, olive, salumi e formaggi – poi l’immancabile pasta al forno, ovviamente solo gli anelletti sono concessi.
Ogni casa ha la sua ricetta, di solito pomodoro e carne tritata (non proprio ragù, ma molto vicino), formaggi, melanzane, piselli ... e tanto altro.
Dopo questa cazzuolata di calorie, si passa ai secondi: falsomagro (un polpettone enorme ripieno di ogni ben di dio) e involtini alla palermitana.
Di contorno si sta leggeri, insalata di arance, cipolla e olive nere.
I veri protagonisti sono però i dolci: mustazzola (zucchero, farina e miele), buccellato (la ciambella fragrante con fichi secchi e mandorle), o la cubbaita, fatta di mandorle, sesamo e miele, ma anche cannoli e cassata sono graditi, magari con un sorso di Zibibbo per alleggerire.