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I presepi viventi

In montagna e in riva al mare

I presepi viventi sono una tradizione radicata nel tessuto culturale palermitano, offrendo un'esperienza autentica che mescola la devozione religiosa con la creatività artistica.
Ogni presepe si trasforma in un palcoscenico vivente, dove la storia della natività prende vita attraverso scene mirabilmente allestite, personaggi in costume d'epoca e un'atmosfera carica di festività.

1.
Gangi
Da Nazareth a Betlemme

Vecchie case in pietra, strade strette e sinuose, cielo scuro trapunto di stelle creano lo scenario del presepe vivente di Gangi, affermatosi in poco più di dieci anni fra i più curati e coinvolgenti del territorio isolano e fra i più suggestivi d'Europa.
“Da Nazareth a Betlemme” è una rappresentazione teatrale con cantanti che si esibiscono dal vivo, ballerini professionisti, giocolieri e figuranti ma è anche, e soprattutto, un cammino di fede che si dipana fra dieci scene, ambientate e ricostruite meticolosamente in uno delle zone più antiche e affascinanti del borgo, tra il quartiere di Santa Lucia e Piazza del Popolo.
Grazie a duecento figuranti, alla colonna sonora in diffusione e alla voce narrante fuori campo, il pubblico vive un'esperienza coinvolgente che unisce fede e tradizioni antiche del villaggio, in un percorso che ricrea la vita a Betlemme con spaccati della vita sociale della Palestina del tempo e si intreccia con la storia della città, per culminare infine nella grotta della Natività costruita sotto la Torre campanaria dei Ventimiglia

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2.
Pollina
Il Presepe Vivente della Comunità

Sempre sulle Madonie, a Pollina, il Presepe Vivente della Comunità nasce dal desiderio di ridare vita al borghetto, riappropriandosi dei suoi spazi.
Le 42 scene di cui si compone il presepe vengono allestite in ambienti antichi solitamente chiusi, dalla vecchia farmacia ad alcune case private, e i figuranti ripropongono i mestieri tradizionali come il “mannaruolo”, vale a dire il produttore di manna, esclusiva di un piccolo frammento del territorio delle Madonie fra Pollina e Castelbuono, e il pastore, al quale è affidato il compito di produrre la ricotta.
Quest'ultima viene offerta ai visitatori insieme ad altre tipicità – la tuma fresca, il vino cotto, il “cudduruni” ecc.
Non mancano i richiami al Medio Oriente, come il bazar con le sue stoffe colorate e le ballerine di danza del ventre (26-28 dicembre 2023). 

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3.
Montemaggiore Belsito
Il presepe dell'Associazione Genius Loci

Scendiamo a valle per il presepe vivente di Montemaggiore Belsito.
Qui l'associazione Genius Loci ricrea una cittadina palestinese del I secolo, con il suo tempio, il mercato, la locanda, e popola gli spazi con figuranti in costumi d'epoca.
Il rigore filologico è una costante, tant'è che sui banchi del fruttivendolo, del macellaio eccetera sono presenti solo i prodotti disponibili e consentiti all'epoca (niente pomodori, ad esempio, né carne di maiale).
Il tutto accompagnato dalla colonna sonora originale, appositamente composta dal maestro Nunzio Ortolano, e arricchito dalla sfilata dei personaggi, in apertura e il 6 gennaio, quando arriveranno i Re Magi a cavallo.

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4.
Termini Imerese
Viaggio rievocativo da Nazareth a Betlemme

Anche il presepe vivente di Termini Imerese è ambientato nella Palestina di duemila anni fa.
Il percorso, con accesso dalla piazza Duomo, conduce alla reggia di Erode, al tempio, al mercato, all'accampamento dei soldati, dipanandosi fra dodici scene animate diverse, per raggiungere infine la Natività.
L'arrivo di Giuseppe e Maria a Betlemme, il banchetto di Erode, l'adorazione dei pastori sono recitati con passione, mentre tutt'intorno ferve la vita quotidiana, con le tessitrici, i giochi dei bambini, i banchetti del mercato.
L'evento, con la sua forte carica religiosa, è anche l'occasione di visitare alcuni monumenti di Termini: quest'anno il percorso guidato comprende la Chiesa di Maria SS. della Misericordia (all'interno è allestita una collezione di presepi artistici), la Chiesa di Santa Caterina con i suoi affreschi medievali, il palazzo comunale con la “cammara picta” del Seicento e i resti della città romana (17 e 26 dicembre, 6 gennaio).

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